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Da un altro pianeta
Desde otro planeta

Antologia bilingue
2004 - 2014
Fundación Casa de Poesía,
San José, Costa Rica, 2014
Traducción de Martha L. Canfield


Nove poesie dell'antologia tradotte in sloveno da Jolka Milič




Desde otro planeta (Da un altro pianeta) è un’antologia bilingue uscita in Costa Rica nell’ottobre 2014 (Edizioni Casa de Poesía) in cui sono stati selezionati testi da libri pubblicati dal 2004 al 2014, ovvero da Poesie della terra fino all’ultimo lavoro Nello sguardo del lupo.
La traduzione delle poesie è di Martha Canfield.
Il libro si apre con otto testi da Poesie della terra (2004, Poemas de la tierra), prosegue con quattro poesie da Il male inconsapevole (2005, El mal desconocido), tre da Mappe colombiane (2007, Mapas colombianos), quattro da Tevere in fiamme (2008, Tíber en llamas), quattro da Il fiume nel mare (2010, El río en el mar) e si conclude con quattordici poesie da Nello sguardo del lupo (2014, En la mirada del lobo).


Tre poesia dall'antologia

 

  Il campo incolto

Non è il caso di riferire sussurri: l’attimo
modifica l’infanzia? un picco invalicabile
scavo e m’imbatto nella talpa, fuggo da chi
non c’era o faceva finta. Per amici zanzare
farfalle, un cane. Il passato è la parte celata
della luna, lo scenario è questo e se voglio
che i sogni siano reali devo essere
in viaggio non l’altro rinchiuso nel bunker.
Appeso al ciliegio per irrobustire i muscoli
osservo il corteo delle formiche e dei ragni
che tessono senza fretta i loro felpati giorni.

Figli mordono padri che non sanno giocare
oggi è Natale poi verrà Pasqua nessuno frenò
le mani oscene. Non riuscivo a stare zitto
ora ascolto le foglie, ho fatto bene a non sparire
ho terra incolta da esplorare, papaveri esplodono
lungo il percorso. Il passato è un luogo d’alberi
impiccati, d’un vento senza strade. Solo il buio
sprona alla vita, piega le ossa in caverne di luce.
Quello che ho fatto non lo ritrovo e il sole
si spalma all’indietro. Nel campo ho capito
delle cose o è l’erba incolta ad avermi compreso?


El terreno baldío

No es oportuno contar susurros: el instante
¿modifica la infancia? un pico impracticable
excavo y doy con un topo, huyo de quien
no estaba o fingía no estar. Como amigos los mosquitos
mariposas, un perro. El pasado es la parte oculta
de la luna, el escenario es éste y si quiero
que los sueños se realicen tengo que estar
de viaje no el otro encerrado en un bunker.
Colgado del cerezo para robustecer los músculos
observo el cortejo de las hormigas y de las arañas
que tejen sin prisa sus días sigilosos.

Hijos muerden padres que no saben jugar
hoy es Navidad luego será Pascua nadie frenó
las obscenas manos. No pude estar callado
ahora escucho las hojas, hice bien en no desaparecer
tengo el terreno baldío para explorar, amapolas estallando
en el camino. El pasado es un lugar de árboles
ahorcados, de viento sin calles. Sólo la oscuridad
incita a la vida, dobla los huesos en cavernas de luz.
Lo que hice no lo vuelvo a encontrar y el sol
se embadurna hacia atrás. En el campo comprendí varias
cosas ¿o es la hierba salvaje quien me ha comprendido?


Piccola sinfonia per cani

Staremo attenti a non mostrare i canini, il blu
placato tra le braccia, il silenzio trabocca, tira
la coda al lupo che prende coraggio, solleva
il collo e l’ululato avanza nell’aria del mattino.
Stella che scruti con un occhio soltanto invita
l’angelo a sollevarsi dalle spine! ne sapeva più
di noi il gatto stando al sole. Non addestrati
senza rispetto per l’udito altrui: padri maestri
amici, ce la fischiamo da soli variando il ritmo
e l’insonne sinfonia innalza città in miniatura.
Ho bruciato rami erba secca le scarpe dai tacchi
consumati che non sapevano più dove condurci.

Dondola la notte e nel fruscio si torna ad essere
ciò che non si è mai stati, barche calme in attesa
di precipitare nel mare in tempesta. Negli abissi
i pesci saldano gli occhi a palla sui nuovi spazi
dove potranno occultarsi, divertirsi. Quanto resta?
Avvisa la morte quando la cerchi potrebbe ignorarti
ama le sorprese, ti allunga la vita anche se non vuoi.
Il padre di mia madre prende le distanze, ribadisce
con foga che l’acqua in fiamme separa dal mondo
e il profilo del paese è solo un asilo per cani randagi.
Quel vecchio guerriero scuote le inferriate del tempo
risale la collina: non aggiunge altro, né torna indietro.


Pequeña sinfonía para perros

Tendremos cuidado de no mostrar los caninos, lo azul
mitigado entre los brazos, el silencio se desborda, le tira
la cola al lobo que se arma de valor, levanta
el cuello y el aullido avanza en el aire matutino.
¡Estrella que escrutas con un ojo solamente invita
al ángel a levantarse de las espinas! Sabía más
que nosotros el gato quieto en el sol. No entrenados
sin respeto por el oído ajeno: padres maestros
amigos, nos la entonamos solos variando el ritmo
y la sinfonía insomne levanta ciudades en miniatura.
He quemado ramos hierba seca los zapatos con tacos
consumidos que ya no saben adónde llevarnos.

Oscila la noche y en el sussurro se vuelve a ser
lo que nunca hemos sido, tranquilas barcas sabiendo
que precipitarán en el mar en tormenta. En los abismos
los peces fijan los ojos saltones en los espacios nuevos
donde podrán ocultarse, divertirse. ¿Cuánto queda?
Avisa la muerte cuando la buscas podría ignorarte
ama las sorpresas, te alarga la vida aunque no quieras.
El padre de mi madre guarda las distancias, repite
con calor que el agua encendida separa del mundo
y el pueblo por su aspecto es sólo un refugio para perros callejeros.
Ese viejo guerrero sacude las rejas del tiempo
sube la colina: no agrega nada más, ni se regresa.


Chiamo da un altro pianeta

Un tuono e l’alba ci sveglia, una sorella esige
un armadio per i vestiti, la consolo dicendole
che presto (avrò avuto dieci anni) aiuterò lei
e gli altri fratelli. I morti spiano non chiudono
mai gli occhi. La luce mitraglia il paese, alza
la croce franata nelle case, rileva le impronte
del branco: la via è già qui e scalfisce la pelle.
Procedo masticando quello che mi devi
tra specchi dai grovigli inestricabili, tra vicoli
alterati da rosse venature, da disegni primitivi.

Foglie gialle resistono affusolate al ramo
godono del freddo, della calma. Ha le doglie
l’aria e il figlio che germoglia teme il padre
la malinconia dei nostri corpi convalescenti.
Tutto è perduto? Il vento sbaraglia i giorni
non per questo rintanati in casa
escono dal tetto e sotto la pioggia bruciano
sogni per fare altri sogni. Chiamo da un altro
pianeta: l’universo ci osserva? simili ma distanti.
Un rimbombo gli anni futuri, ciò che siamo stati.


Llamo desde otro planeta

Un trueno y el alba nos despierta, una hermana exige
un armario para los vestidos, la consuelo diciéndole
que pronto (tendría yo diez años) la voy a ayudar a ella
y a los otros hermanos. Los muertos espían no cierran
jamás los ojos. La luz ametralla el pueblo, levanta
la cruz desmoronada sobre las casas, recoge las huellas
de la manada: el camino está aquí y rasguña la piel.
Procedo masticando lo que me debes
entre espejos de inextricables enredos, entre callejuelas
alteradas por vetas rojas, por dibujos primitivos.

Hojas amarillas resisten ceñidas a la rama
disfrutan el frío, la calma. Tiene fuertes dolores
el aire y el hijo que germina teme al padre
la melancolía de nuestros cuerpos convalescientes.
Todo está perdido? El viento desbarata los días
no por ello encerrados en la casa
salen del techo y bajo la lluvia queman
sueños para hacer otros sueños. Llamo desde otro
planeta: ¿el universo nos observa? semejantes pero
lejanos. Un estruendo los años futuros, lo que hemos sido.

 

Le tre poesie provengono dall’ultima parte dell’antologia, quella che raggruppa i testi selezionati dal libro Nello sguardo del lupo (La Vita Felice, 2014).

 




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