TRAMONTO SULL’ARNO
a Martha Canfield
1.
È ora di far posto a nuovi pensieri alle rose che leste scalano il muro. L’acqua che scorre calma sotto il Ponte Vecchio è ghiaccio fuso dal tramonto. Oggi o mai più, mi balbetto addosso. Darsi un colpo di rugiada tra i capelli tuffarsi a testa in giù e rivivere nel fiume alimentare di nuovo le fiamme del corpo.
2.
Un angolo dove i pensieri liquidi si raccolgono osservando le canoe che rapide scivolano sull’Arno. Tracce di sole come schegge di sangue, di acciaio arroventato pattinano adagio in superficie e i buchi delle rondini fatti al cielo son nidi gonfi di amore, di mistero.
3.
Elegante sbeffeggia la propria bellezza: da qui Firenze è una donna senza velo. Appoggiato al muro osservo gli occhi dei pesci e laggiù le vette che a lungo suonano tra le nuvole come gigantesche grancasse rinascimentali. Ho le labbra, le mani legate e non posso che dire di sì all’Arno. A questa mite, feroce tenerezza.
Firenze, 7-8 maggio 2008
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