E per via squisitamente poetica che Bambini innamorati di Mariano Peyrou (pubblicato in Spagna nel 2015) raggiunge la metafisica, quasi a ricongiungersi alle più lontane origini del pensiero; incrociando Giordano Bruno, non a caso insieme alla concezione buddista, in quell'atarassia evocata in "La paura tranquilla", e nell'esplicito richiamo in "Ramo": il Tibet / è la dissoluzione delle frontiere tra / dentro e fuori, il Tibet è esattamente / la finestra. Una scrittura, in definitiva, che dice di essere e tempo, di essere nel tempo in un quadrivio in cui tutti i tempi si incrociano: e questo è la realtà, confusione dei contrari, impossibile a venir univocamente definita. Dove non è certo che l'atarassia buddista faccia davvero da ordinatore del movimento continuo che sposta, modifica, trasforma incessantemente, in questo libro che costituisce un oggetto di particolare interesse nell'arco della produzione poetica in lingua spagnola.
Dall'introduzione di FRANCESCO TARQUINI
MARIANO PEYROU, è nato a Buenos Aires nel 1971, ma con la famiglia si trasferisce a Madrid nel 1976 e qui tutt'ora vive. Ha pubblicato le raccolte poetiche: La voluntad de equilibrio (2000), A veces transparente (2004), La sal (2005), Estudio de lo visible (2007), Temperatura voz (2010), Niios enamorados (2015) e le antologie De las cosas que caen (2004), La unidad del dos (2004) e La Otra Vida (2015). Un'antologia bilingue è uscita in Portogallo: O discurso opcional obrigatório (2009).
Ha pubblicato il libro di racconti La tristeza de las festas (2014) e il romanzo De los otros (2016).
Il sale [La sal] è uscito in Italia nel 2010 da Raffaelli Editore e Temperatura voce [Temperatura voz], da Edizioni Fili d'Aquilone nel 2013, entrambi nella traduzione di Alessio Brandolini.
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