Felipe Garcia Quintero è una delle voci più originali della poesia contemporanea colombiana. La sua opera è cresciuta in maniera solitaria e indipendente, all'ombra dell'albero dello stupore. ln un percorso nuovo che lascia sull'erba una sottile impronta, con la lentezza della pazienza e il passo scrupoloso del funambolo. Si è parlato della sua capacità compositiva, della sua scelta costruttiva. La costruzione non è nemica del vuoto, gli dà un luogo. È la costruzione stessa a trasformare lo spazio invivibile in spazio abitabile per il sonno o la meditazione, la solitudine o l'incontro, il dialogo o il silenzio. Le parole sono bende che avvolgono una ferita, per guarirla o celarla e la solitudine scava in quella fossa, non per altri ma per la propria solitudine e la musica naturale della solitudine è il silenzio. Nel silenzio il freddo si fa più tagliente e il vuoto più opaco, il presente più presente, la solitudine più densa: TERRAL (pubblicato in Uruguay nel 2013), è una passeggiata sul suolo naturale, il viaggio di ritorno alle origini, il rovescio della penombra.
(dall'introduzione di Samuel Vázquez)
FELIPE GARCÍA QUINTERO (Colombia, 1973) insegna al Dipartimento di Comunicazione Sociale dell'Università del Cauca. È autore del libro di viaggio Diario sucio e di quelli di poesia: Vida de nadie (1999), Piedra vacía (2001; 2012; 2013), La herida del comienzo (2005), Mirar el aire (2009; 2015), Siega (2011) e Terral (2013). Ha pubblicato le antologie poetiche Honduras de paso (2007), Horizonte de perros (2005; 2011), El pastor nocturno (2012) e Tarjo (2013).
Suoi testi sono stati inseriti in antologie di poesia colombiana e latinoamerica e tradotti in diverse lingue. Ha vinto premi di poesia in Spagna, in Colombia e in Cile il Premio “Pablo Neruda” 2000. Ha pubblicato anche numerosi libri di critica letteraria.
TERRAL è stato pubblicato in Uruguay nel 2013 dopo aver vinto in Colombia il XIV Premio Nacional de Poesía “Eduardo Cote Lamus” 2012.
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