chi sono | Alessio Brandolini |
che cosa ho scritto |
almanacco del ramo d'oro quadrimestrale di poesie e cultura anno II, n. 7, ottobre 2005 |
Contiene otto poesie dalla raccolta poetica inedita
IL FIUME NEL MARE
Prima c'era il mare. Tutto era buio. Non c'era sole, né luna, né uomini, né animali, né piante. C'era soltanto il mare, ovunque. Il mare era la Madre. Essa era acqua, che stava da tutte le parti, ed era fiume, laguna, ruscello e mare, per questo stava ovunque. La Madre non era persona, né niente, né cosa alcuna. Essa era spirito di quello che sarebbe venuto ed era pensiero e memoria. Mitologia Koghi |
Il percorso estivo lo traccio su fogli arancioni per ricondurmi all'infanzia ho gli strumenti giusti e quando mi preoccupo per i tagli sul collo intravedo il residuo di un mosaico divino abbandonato all'aperto, in una discarica di rifiuti. Tornare a casa sdraiati in un vortice di pensieri in un silenzio stonato che si blocca a mezz'aria non è un gioco da ragazzi, né un giorno festivo. Elettrico emisfero che altera prospettive e ricordi nutre la voglia di riscatto e l'esca che s'aspetta è lo squarcio lunare o il grido rauco del destino. Nella stanza accanto però ci sono i figli Trasparente si fa lo sguardo che sostiene la strada * con il proprio lato peggiore fuori tre ore e mezza dopo il tramonto accompagnato da un grillo nervoso da volti di madonne pallide e materne dall'ombra della sofferenza più tenace dal solitario lavoro e dal silenzio tritato dai camion dell'autostrada. Ogni volta la notte estiva Nel fosso stanno carogne di cane Al volo prendo un ponte * quando ammiri i ruderi romani murati alle pareti lisce e bianche le lastre strappate alle tombe le colonne che ora adornano gli angoli esterni delle case. Forse il calcolo innocente dei giorni Restiamo immobili a dormire all'ombra * li tiriamo fuori dalla bocca e dal naso dagli occhi arrossati dal sale nel frattempo le stelle ingoiano gli sforzi infantili di sembrare innocenti puliti, in perfetto equilibrio con il cielo e la terra il lesto passaggio dei giorni. Servirebbe una fila illimitata Scrollarsi dalle spalleNon buttarsi via ma darsi coraggio leggere nello sguardo dei bambini nel lento andirivieni delle nuvole nei riflessi della luce sull'acqua che ogni cosa ricorda e adagio scorre nei giorni futuri. * si smette di litigare con tutti con i cani e i gatti, persino con se stessi con i centodue fantasmi portati sulle spalle con i mattoni e i massi che bloccano i fiumi diretti all'Adriatico oppure al Tirreno persino con i ricordi ellenici dello Ionio. Si sta distesi, immobili, a osservare il cielo si aspetta il proprio turno così da mettersi a remare nel profilo mitologico del Circeo. Nelle serre da decenni usano i pesticidi * davanti a sé aveva un'acqua agitata onde di lamiera tagliate dalla luna il rumore assordante che angosciava gli edifici bianchi e bassi del paese gli scogli scuri di fianco alla riva. Riprese a fare bucheIl sole che indeciso s'affacciava al di sopra d'un ammasso di nuvole l'aria che scaldava le barche a vela gli offrivano la foto da mostrare con orgoglio ad amici e familiari da appendere a una parete di casa. Ben piantato stava in ogni molecola * dalle ali morbide più del pane per questo rubarti vorrei alla fine d'un sogno e dell'estate quando già si comincia a pensare al ritorno al proprio quartiere al monotono lavoro ai problemi di tutti i giorni alle leggi nefaste del governo alle guerre e al fanatismo religioso. Mi aspetti a un'ora insolita Oggi c'è qualcosa di strano * poi al volo scendo dal tram cammino e riprendo a pensare ancora di più al fiume che scorre tra le gambe dei palazzi umbertini i treni della stazione centrale porta umidità ai negozi (ora molti sono cinesi), agli uffici e alle case. Ho te, insisto, fino a Porta Maggiore Tocco la pioggia con un dito Cammino al buio sul ponte di foglie |