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Qualche battito
di Felipe García Quintero

Edizioni Fili d'Aquilone
Roma, 2018

a cura di
Alessio Brandolini


 

Qualche battito (uscito in Messico nel 2016) apre un fronte nuovo nella poesia del colombiano Felipe García Quintero: una ricerca di qualcosa nascosto nell'aria e nell'alito dell'essere umano, qualcosa d'impercettibile ma che ci segue e palpita accanto a noi, e che ogni tanto "batte" un colpo e la voce scioglie l'orizzonte: "Quanto mondo osservato continua a nascondersi". Tale sentire lo si ritrova anche nella struttura poetica dei testi che affermano diverse cose nel loro rigore stilistico asciutto e necessario ma libero e surreale che, confrontandosi con la musica e con il vento, sfruttano la pausa, il silenzio, il vuoto, lo stacco imprevisto e così facendo l'autore abborda il mistero implicito nella parola, nel linguaggio, nella comunicazione. Il vuoto ha generato il silenzio e dopo il silenzio il battito, quel movimento quasi impercettibile eppure sufficiente "ad aprire un varco fino al patio, afferrare i limoni e fuggire con calma".

Dall'introduzione di
ALESSIO BRANDOLINI


FELIPE GARCÍA QUINTERO è nato nel 1973 a Bolivar (Colombia) e vive a Popayán dove insegna all'Università del Cauca. È autore del libro di viaggio Diario sucio e di quelli di poesia: Vida de nadie (1999), Piedra vacía (2001), La herida del comienzo (2005), Mirar el aire (2009), Siega (2011) e Terral (2013). Ha pubblicato le antologie: Honduras de Paso (2007), Horizonte de Perros (2005), El pastor nocturno (2012) e Tarjo (2013). Suoi testi sono stati inseriti in antologie di poesia colombiana e latinoamericana e tradotti in diverse lingue. Ha vinto premi di poesia in Spagna, in Colombia e in Cile il Premio "Pablo Neruda". Ha pubblicato anche libri di critica letteraria.
Qualche battito [Algún latido] è uscito in Messico nel 2016. In Italia è stato pubblicato il libro di poesia Terral (2015).

 


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