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Pietrisco
di Laura Yasan
Edizioni Fili d'Aquilone
Roma, 2014

a cura di
Alessio Brandolini

Titolo originale: Ripio, Nuevohacer, Argentina 2007


Antologia della critica


Dalla prefazione di Jorge Boccanera


 

Una voce tra anelito ed esasperazione

Una donna scrive un diario privato come se interrogasse la realtà con una pistola in mano che alle domande risponde offrendole un piatto di crude verità. La voce che intreccia i bagliori della metafora con immagini taglienti appartiene a Laura Yasan e ha il timbro energico dell’ironia.
Il titolo contundente di Pietrisco – a mio parere il punto più alto, fino a oggi, della sua produzione poetica – contiene un sentiero e un viandante entrambi realizzati con detriti e per questo, né l’uno né l’altro, conducono da qualche parte. Ricorrendo al verso d’un tango – una delle influenze nel fraseggio poetico della Yasan – potremmo dire che il parlante del libro si situa in un “punto morto delle anime”, una via chiusa, quel non luogo che ci riserva la grande metropoli dove si sopravvive in solitudine. Sulle città l’autrice ha pronunciato, in una delle sue ultime interviste, la frase laconica e definitiva: “sono nidi giganti per l’abbandono”.

 


Tre poesie


 

 

NOTICIAS DE MI VIDA

si alguien pregunta estoy en la frontera
pruebo los documentos de un cadáver
que amontona ladrillos en el patio de atrás
sus medallitas clavadas a la lengua
horas memorizando las fallas del terreno
un idioma en desuso y ahora es miedo
la manera más pura de medir

si alguien pregunta necesito analgésicos
algo para aguantar el clima extremo

sigo tratando de escapar
cavando un túnel con una cucharita
demorada en la red de un policial
donde cae la noche y los forenses mienten


NOTIZIE SULLA MIA VITA

e qualcuno chiede sono alla frontiera
provo i documenti di un cadavere
che accatasta mattoni nel patio sul retro
le sue medagliette piantate sulla lingua
ore memorizzando i difetti del terreno
un idioma in disuso e adesso è la paura
il modo più giusto per misurare

se qualcuno chiede mi occorrono analgesici
qualcosa per resistere al clima estremo

proseguo nel tentativo di fuga
scavando un tunnel con un cucchiaino
frenata dalla rete poliziesca
dove scende la notte e i medici legali mentono


PLEGADO EN SÍ

como un juego de cubos infinito
una muñeca rusa que guardara en el fondo
los gajos de una flor crecida en una grieta
hago trinchera en el silencio
y es la palabra que no digo
el ladrillo de furia en la cara del miedo
un lunes con la lengua cortando el paladar

lo que resta es apenas un átomo de tiempo
una laguna quieta duplicando la imagen del presente
plegándola en sí misma para aguantar la vida adentro de la vida
mi corazón latiendo en su mensaje turbio

¿es posible morir de intensidad en la jaula del cuerpo?
¿es posible que en ese atardecer
brille el error como una luna enferma
que me devuelva limpia al punto de partida?

lo real es impuro
podría soportar esa fragilidad
si conservara intactos los ojos cuando vuelvo
si pudiera ganarme la otra parte del día
merecer el misterio


RIPIEGATO IN SÉ

come un gioco di cubi infiniti
una bambola russa che conserva nel fondo
le radici d’un fiore cresciuto in una crepa
nel silenzio erigo una trincea
ed è la parola che non dico
il mattone della rabbia sul volto della paura
un lunedì con la lingua che taglia il palato

quel che resta è solo un atomo di tempo
un quieta laguna che duplica l’immagine del presente
piegandola in se stessa per afferrare la vita dentro la vita
il mio cuore batte nel suo torbido messaggio

è possibile morire d’intensità nella gabbia del corpo?
è possibile che nell’imbrunire
risplenda l’errore come una luna ammalata
che mi restituisca limpida al punto di partenza?

il reale è impuro
potrei sopportare quella fragilità
se conservasse integri gli occhi quando torno
se potessi guadagnarmi l’altra parte del giorno
meritare il mistero


DESPLEGADO

hay otra vida adentro de la vida
un alacrán de seda en su cofre de hambre
una gota de sangre desovando su cría al costado del tiempo

no todos sienten latir esa reserva
luce como una puerta clausurada
y es la entrada a un lugar de donde no se vuelve
un mascarón de proa abriendo el universo con los ojos en llamas

yo soy la pasajera de ese barco
he pasado tres muertes y una vida buscando su timón
y nada más encuentro retazos de tu piel
señales de un destino que apuñalara todo lo que toco

¿es así de incompleta como me ven los otros en la ilusión precaria de los días
mis pies lamidos por su boca
la furia del oleaje contra el casco vencido de esta nave fantasma?

lo real es impuro
es en el movimiento donde el paisaje cambia
y evoca del amor su versión más sublime
quién jura en falso sobre mi corazón


DISTESO

c’è un’altra vita dentro la vita
uno scorpione di seta nel suo scrigno di desiderio
una goccia di sangue depone la sua creatura vicino al tempo

non tutti sentono pulsare quella riserva
riluce come una porta sbarrata
ed è l’ingresso a un luogo da dove non si torna
una polena che schiude l’universo con gli occhi in fiamme

sono la passeggera di quella nave
ho attraversato tre morti e una vita cercando il timone
e null’altro trovo se non ritagli della tua pelle
segni d’un destino che pugnalerebbe tutto ciò che tocco

davvero così imperfetta come mi vedono gli altri nella precaria illusione dei giorni?
i miei piedi leccati dalla sua bocca
la furia delle onde contro lo scafo piegato della nave fantasma?

il reale è impuro
è nel movimento dove il paesaggio cambia
ed evoca dell’amore la sua versione più sublime
chi giura a vuoto sul mio cuore


 


Per acquistare Pietrisco, vedi la pagina dell'editore.



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