Una poesia corposa e ben modulata quella di Jorge Galán che scandaglia i pozzi della notte e getta manciate di neve. Si parla in modo ossessivo della morte ("ascolto la morte cantare alle mie spalle"), di storie terribili e di affogati, di bambini che sparano ad altri bambini, di sconfitti e devastazioni, di bellezza estinta che la nostalgia rende ancora più amara. Si parla di incomunicabilità, di anziani in lacrime e nessuno sopporta il loro pianto fatto di rabbia e delusione, si parla del desiderio di gridare a squarciagola fino a sparire nel proprio grido. In Mezzanotte del mondo il rovescio del silenzio non è il rumore ma l'esplosione.
Dall'introduzione di ALESSIO BRANDOLINI
JORGE GALÁN è nato a San Salvador (El Salvador) nel 1973. Narratore e poeta. Ha pubblicato i libri di poesia: El día interminable (2004), Breve historia del alba (2007), La habitación (2007), El estanque colmado (2010), La ciudad (2011), El círculo (2014) e Medianoche del mundo (2016, Spagna) con il quale ha vinto il XVI Premio Casa de América de Poesía Americana. Per la poesia ha ricevuto anche il Premio Antonio Machado (Spagna) e il Premio Sabines (Messico). Nel 2016 è stato pubblicato in Italia il romanzo La stanza in fondo alla casa (Mondadori).
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