Sono tante le voci amate che emergono in Messaggio inviato sulla punta di una lancia che confermano la vastità del mondo poetico di Giovanni Quessep: Un verso greco per Ofelia si chiude con il verso finale della poesia Solstizio d'estate di Giorgos Seferis; e l'ultimo componimento dell'insieme, Per isole remote, richiama ancora il grande mistico spagnolo San Giovanni della Croce, con un riferimento al suo Cantico spirituale, con il quale si era già aperto questo libro nell'epigrafe iniziale. Magica e purissima, la poesia di Giovanni Quessep insegna a sognare e a riflettere e poiché è consapevole della fragilità dei sogni, avverte e ammonisce (è il lato quevediano dell'autore), ma soprattutto conforta, stimola, dona ricchezza fantastica e bellezza, ci fa migliori, non attraverso lo studio bensì attraverso l'immaginazione e la speranza. È il suo lato più epicureo ed orientale, che gli viene forse dal patrimonio culturale dei suoi avi. Dall'introduzione di MARTHA L. CANFIELD
GIOVANNI QUESSEP, nato nel 1939 a San Onofre, Sucre, sulla costa atlantica della Colombia. Si è laureato a Bogotà ed è stato docente universitario. Nel 1985 si trasferisce a Popayán dove continua a insegnare. Vincitore nel 2004 del Premio Internazionale della "Casa de Poesia Silva", è oggi uno degli autori più letti e seguiti dalle giovani generazioni, considerato dalla critica punto di riferimento della poesia colombiana. Tra i suoi libri più recenti: Brasa lunar (2004), Las hojas de la Sibila (2006) e El artista del silencio (2012). Nel 2015 l'Università del Cauca ha pubblicato Antología personal (Premio Mondiale di Poesia "René Char").
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