|
GITA IN MONTAGNA
a mio figlio Simone
1.
Sulla cima pił alta restavano tre spine
corte quanto un brando spezzato
ma incuranti della pioggia e del vento.
Tutt'intorno un girare vorticoso
di nuvole di piombo in preda alle derive
i flash dei lampi, il frastuono dei tempi. Sotto di noi, nelle valli, una schiera di cittą
alti edifici, case basse e tra quelle la nostra
che imputridiva in una solitudine
microscopica eppure inaccessibile/segreta:
una cassaforte tascabile a prova di bomba.
2.
Il deserto di cui mi parli lo comprendo al volo
per averlo vissuto in alta montagna contro i sassi
neri per il fuoco della trincea sulla linea austriaca
un giorno che stavo con mio figlio, come il padre
bloccato dal pudore d'una primordiale esitazione. Ci avrei messo del mio in quel pensiero stoico ma
per troppo tempo ero rimasto del tutto isolato
nell'angolo pił oscuro della valle. Sconfitto e arso
dall'assenza d'amore e dall'ascesa/discesa in cittą.
Stanchi, noi due
con gli scarponi
ricoperti di fango
svelti e decisi
sotto la pioggia
vicini nello sguardo
insieme sulla vetta
adesso, finalmente
accordati nel passo.
| 