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Cardumen
di Rodolfo Dada
Edizioni Fili d'Aquilone
Roma, 2013

a cura di
Alessio Brandolini

Titolo originale: Cardumen, Editorial Lunes, 2004


FINALISTA PREMIO CAMAIORE 2013 – XXV EDIZIONE


Dalla prefazione di Jorge Boccanera


 

La parola in un bosco di pesci

Nella poesia di Rodolfo Dada s’incontrano i paradossi di chi si meraviglia scoprendo ciò che intuisce e quelli di colui che, sebbene al corrente di quello che si disvela, ha conservato lo stupore. Dada lancia la rete nell’ondosità della fantasia e coglie un paesaggio attraversato da voci umane e canti di uccelli, dal gracchiare delle rane e dallo scricchiolio del fogliame, dai ruggiti dei giaguari, dal frinire delle cicale e dallo sguazzo sonnolento delle barche.
La poesia di Cardumen è un ordito che prova a indagare l’origine della vita con immagini che rimandano a un inizio esteso tra caso e plancton, meteore e batteri, un “ammasso stellare” che si fa “soffio di luce che lacera un mare silenzioso”. In Cardumen l’uomo evoca la sua “antica condizione di pesce”. Forse proprio nella ricerca di questa cosmogonia si trova il capo del gomitolo della selva: il fogliame in perenne trasformazione; il colibrì che muta in pesce, il pesce che si fa colibrì. In Dada c’è inventiva e anche esperienza. Già nel suo primo libro Cuajiniquil (1975) annotava una delle sue principali occupazioni: “sono un pescatore di mestiere / lanciatore / salinaro / aragostiere / vongolaro / lumacaro // Insomma / un pescatore di mestiere”.

 


Le prime quattro poesie


 

 

1

La mano de dios es un meteoro
vuela entre fuego una bacteria

Puedo ver los ojos que avecina
plumas, esponjas, dinosaurios
las formas de una hoja

Soplo de luz rasgando un mar callado


1

La mano di dio è una meteora
vola nel fuoco un batterio

Posso vedere gli occhi alloggiati
in piume, spugne, dinosauri
nelle forme di una foglia

Soffio di luce che lacera un mare silenzioso


2

El amor vendrá

Todas sus formas y colores
su arrepentimiento

Mujer que no existe todavía

Apenas una ventana para imaginar
tu pelo suelto en este mar

Mi ventana es una cárcel

Tu figura flota entre peces y mantarrayas
lejos de este cristal o tan cerca, tal vez


2

Verrà l’amore

Tutte le sue forme e colori
il suo rimorso

Donna che ancora non esiste

Soltanto una finestra per immaginare
i tuoi capelli sciolti in questo mare

La mia finestra è una prigione

La tua figura galleggia tra pesci e mante giganti
lontano da questo vetro o così vicino, forse


3

El mar no puede ser nostalgia para nadie

Ningún pez tiene alas, agallas, ojos todavía
recién se dibujan las aletas
en una costa más allá del hoy
en la que habita esta ventana

Árbol es una palabra encendida entre volcanes
hoja, rama, nido, ciervo

La palabra nostalgia no existe
no hay boca para ella


3

Il mare non può essere nostalgia di qualcuno

Nessun pesce ha ali, branchie, ancora occhi
adesso si disegnano le pinne
in un lido al di là dell’oggi
dove si colloca questa finestra

Albero è una parola incendiata tra vulcani
foglia, ramo, nido, cervo

La parola nostalgia non esiste
non c’è bocca per lei


4

El mar
dios dormido
lástima viva
se duerme como un niño

Un pez asoma de sus ojos
una ballena, un algo
calamares y esponjas

De nada valió la explosión inicial
el amasijo de estrellas

Sólo la borrachera azul
de un dios caído en la desgracia
en sus manos anémonas y madreperlas

Su fatiga encrespa unas olas pequeñísimas

Sueña en un bosque de peces
células, bacterias

y lo aflige una pesadilla de techos herrumbrados


4

Il mare
dio addormentato
pena viva
si assopisce come un bambino

Un pesce sbuca dai suoi occhi
una balena, un qualcosa
calamari e spugne

A nulla valse l’iniziale esplosione
l’ammasso stellare

Solo la sbornia azzurra
d’un dio caduto in disgrazia
nelle sue mani anemoni e madreperle

La sua fatica increspa piccolissime onde

Sogna in un bosco di pesci
cellule, batteri

e l’affligge un incubo di tetti arrugginiti

 


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